Dietro la realizzazione di un video c’è un qualcosa che insieme all’idea che si vuole raccontare, permettere di trasmettere allo spettatore proprio delle emozioni specifiche.

Sto parlando della cinematografia, quella fase un po’ più tecnica della creazione di un contenuto.


Che cos’è la cinematografia?

È l’arte di realizzare immagini in movimento che trasportano lo spettatore in un altro mondo, attraverso elementi, per entrare nella visione del regista e raccontare una storia che emozioni.


Quando ho iniziato a fare questo lavoro credevo che tutto ciò che rendesse un’immagine cinematografica fosse principalmente la luce, ma in realtà non è così. L’illuminazione è sì importante ma non è tutto, perché ci sono anche altri elementi fondamentali per emozionare con il video.

Tralasciando ovviamente il fatto che alla base di tutto ci deve essere un’idea forte e funzionale, perché altrimenti è come avere la benzina, ma senza l’automobile, ci sono altri elementi a cui far riferimento per realizzare un’immagine che emozioni lo spettatore e lo accompagni all’interno del viaggio che vogliamo raccontare, anche magari solo per promuovere il nostro brand o il nostro prodotto.


La domanda più logica che potremmo farci è, ma perché è importante raccontare storie che emozionano?

Di base perché riusciamo a catturare l’attenzione e coinvolgere emotivamente lo spettatore, che si identifica con i protagonisti della storia e li riconosce come vicini a sé, anche quando si ritrovano in contesti insoliti o sorprendenti.

Backstage dal videoclip che ho scritto e diretto “Non vorrei incontrarti” per Adolfo Durante

Ma anche e soprattutto perché un’emozione si memorizza di più di qualsiasi altra cosa. Un video che attira l’attenzione, che emoziona (in negativo o in positivo) è facile da ricordare. E nel caso di un brand, sviluppa un collegamento immediato con quest’ultimo. Un video che emoziona riesce a veicolare i valore dei brand, diventando uno strumento di fidelizzazione per il cliente, che decide di acquistare in base ai propri valori. =)

Ci troviamo nell’era in cui anche solo con l’ultimo iPhone possiamo portarci a casa delle immagini visivamente qualitative. Ma quello che fa la differenza è come utilizziamo quello strumento per poter raccontare storie.

Ed ecco che quindi voglio condividere oggi i 6 elementi fondamentali per emozionare con il video.

Composizione 

La composizione di un’immagine è l’insieme di tutto ciò che è all’interno del mio frame e di come ogni cosa è disposta. Quindi detta proprio in modo semplice: come apparirà la mia inquadratura: simmetrica, non simmetrica, seguendo la regola dei terzi. 

Ma allo stesso tempo anche il modo in cui queste “regole” vengono infrante, perché parlando di arte, di cui la cinematografia fa parte, le regole è bene conoscerle anche perché poi possono essere consapevolmente infrante. 🙂

La composizione è esattamente quella cosa che ci permette di far sì che l’occhio dello spettatore finisca esattamente nel punto che vogliamo: il punto focale del mio racconto.

© Buena Vista Pictures – Inquadratura simmetrica

La composizione inoltre è collegata in maniera vincolante ad un altro elemento fondamentale per la realizzazione di un’immagine cinematografica:

Lunghezza focale

È la distanza tra il centro ottico dell’obiettivo e il sensore della camera.

In termini semplici è il mm della lente che vado ad utilizzare, che mi permette di decidere cosa andare a visualizzare nel mio frame. 

Scegliere per esempio un obiettivo grandangolare, posto vicinissimo al mio soggetto, potrebbe essere utile per trasmettere una sensazione di disagio, di disorientamento o di esser sotto pressione. Allo stesso tempo, per una sensazione completamente opposta potrei decidere di utilizzare delle lunghezze focali molto strette.

Qualche anno fa ho realizzato un video dedicato proprio alle differenti lunghezze focali, e di come utilizzandone diverse sulla stessa camera cambia la sensazione che può trasmettermi una ripresa, oltre il fatto che si vede anche come si modifica il volto della persona che vado ad inquadrare. 

È divertente e di grande lezione ed ispirazione provare differenti obiettivi con diverse lunghezze focali e diverse profondità di campo per trasmettere una sensazione piuttosto che un’altra.

Alien – Lunghezza focale ampia per dar importanza a tutto il contesto

Ed ho appena menzionato il terzo elemento di cui voglio parlare oggi:

Profondità di campo

Brutalmente quanto sfocato ho all’interno della mia immagine.

Se per esempio decido di lavorare con una profondità di campo ridotta, quindi con uno sfocato maggiore, in aggiunta ad una lunghezza focale stretta, potrei trasmettere al mio spettatore il fatto di essere all’interno del mondo del mio personaggio, e che niente intorno a lui abbia importanza. Al contrario, se volessi dar risalto allo sfondo e magari dar importanza anche ad altri elementi della mia inquadratura, lavorerei con una lunga profondità di campo, quindi con più cose a fuoco.

Her – Profondità di campo ridotta (tanto sfocato). È rilevante solo il pensiero del mio personaggio

Ecco, già soltanto questi tre elementi, se mixati tra loro, permettono di raccontare emozioni diverse. Ma ce n’è un altro importantissimo:

Livelli

Questo elemento si collega alla lunghezza focale ed alla profondità di campo, perché i livelli non sono nient’altro che effettivamente su quanti livelli i miei elementi si posizionano all’interno della mia immagine. Così come nel caso della composizione, questi livelli permettono di far andare l’occhio dello spettatore esattamente nel punto in cui voglio, ma mi permettono anche di riempire punti “vuoti” o “sbilanciati” della mia immagine.

Michael Collins – Livello 1: candela + spalla – Livello 2: protagonista – Livello 3: sfondo

Un’altra cosa di estrema rilevanza per emozionare con il mio video è il modo in cui vado a muovere la mia camera.

Movimento di camera

Anche in questo caso, in base al movimento che vado a realizzare posso trasmettere una sensazione diversa, in correlazione soprattutto alla focale che sto utilizzando.

Se per esempio vado a fare un movimento di camera a mano, potrei andare a trasmettere una sensazione di ansia, allo stesso modo restando ferma su un treppiede posso far diventare lo spettatore solo uno spettatore esterno che osserva ciò che sta accadendo. O ancora, andando a lavorare con un zoom in molto lento su un dolly, inizio ad anticipare che sta per succedere qualcosa, molto probabilmente qualcosa che cambierà gli eventi della mia storia da lì in avanti.

Anche in questo caso ho realizzato un video dove ho affrontato l’argomento movimenti di camera uniti ai vari supporti di ripresa.

Chiudo con l’ultimo elemento che gioca un ruolo molto importante all’interno della cinematografia, accennato all’inizio di questo articolo:

Luce

Se per esempio stiamo girando una scena spaventosa, la nostra illuminazione non sarà ovviamente molto luminosa, ma piuttosto contrastata. O ancora se devo raccontare di una scena d’amore o un qualcosa che deve trasmettermi serenità o felicità, illuminerò la mia immagine con una fotografia più morbida. Tutto questo si riverserà ovviamente su come sarà illuminata la mia scena in toto, ma soprattutto come saranno illuminati i volti dei miei personaggi nel caso in cui siano presenti, quindi con ombre più o meno contrastate.

American Beauty – Illuminazione morbida esclusivamente sul protagonista, sta vivendo un momento di sicurezza interiore. È il punto focale dell’inquadratura.

Come in tutte le materie artistiche non c’è un metodo semplice e preciso per ottenere un’immagine cinematografica che emozioni. Sulla base del mio racconto e di cosa voglio trasmettere posso andare a mixare tutti questi elementi.

L’obiettivo finale è quello di creare sì una bella immagine, che posso realizzare ormai con qualsiasi attrezzatura sul mercato, ma farlo con l’intenzione di suscitare o trasmettere un’emozione, qualsiasi essa sia, felicità, tristezza, rabbia, paura, ansia. 

E questo si può fare solo con la cinematografia, che crea una storia manipolando ciò che c’è davanti alla telecamera.